Angelo Vassallo, il sindaco pescatore

Il Cilento è un ricco e suggestivo territorio situato nella Provincia di Salerno, in Campania. Dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, il territorio cilentano vanta dal 1991 la presenza del “Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano”.
In quest’area protetta di circa 181 mila ettari rientrano ottanta Comuni e otto comunità montane. Tra questi, situato sulle pendici meridionali del Monte Sella, vi è il piccolo Comune di Pollica. Una comunità di appena 2.474 abitanti che vanta altre cinque frazioni, come Celso, Cannicchio, Galdo Cilento e le località costiere di Acciaroli e Pioppi.
Il paese di Pollica è oggi riconosciuto come modello si sviluppo sostenibile a livello internazionale. Forte nelle sue più antiche tradizioni e attrattive paesaggistiche, l’incremento turistico che ha avuto negli anni dimostra che questo Comune possiede delle qualità tali da far invidia anche alla più efficiente delle smart cities. Queste qualità però non vengono dal nulla, sono qualità che il Comune di Pollica si è guadagnato nel corso degli anni, sono il frutto del sogno visionario di un umile pescatore, divenuto sindaco per ribaltare in meglio e a tal punto la situazione di un paesino del Sud, inizialmente disastrato e inefficiente come tanti altri.
Il pescatore che ha reso possibile tutto questo era Angelo Vassallo, che divenne sindaco per ben tre mandati: dal 1995 al 1999, dal 1999 al 2004 e dal 2005 al 2010, fino a quando fu barbaramente assassinato con nove colpi di pistola. Esponente del Partito Democratico e ambientalista convinto, è stato anche consigliere provinciale di Salerno, Presidente del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, Presidente della Comunità Montana Alento Monte Stella, Vicepresidente delle ‘Città Slow’ e fondatore del “Centro studi per la Dieta Mediterranea”.

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Angelo Vassallo, sindaco di Pollica dal 1995 al 2010.

Spesso siamo abituati a pensare che, per far politica, occorra qualche particolare titolo. I partiti stessi, talvolta, tendono a preferire personaggi dotati già di un forte peso elettorale, magari anche di un ferrato clientelismo o di un titolo accademico che gli dia autorità. Si dà sempre più credito a medici, avvocati o filosofi, ma non sempre tali figure sono sinonimo di competenza amministrativa. Nel ’95 ci fu infatti questo scalpore a Pollica, l’idea di vedere un pescatore che si candida e diviene sindaco non era cosa di tutti i giorni, era quasi uno scherzo per molti. Ben presto, però, si sarebbero tutti accorti che quel pescatore sarebbe stato il miglior investimento per tutta la comunità e per l’intera area cilentana.
A quei tempi Pollica era ancora un  posto isolato dal mondo, dove la gente e i giovani erano costretti ad emigrare al nord per cercare un posto di lavoro. Adesso però il flusso migratorio si è invertito, quelle stesse strade oggi portano migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo. Il Comune di Pollica è oggi un bell’esempio di Sud Italia, pulito ed efficiente. L’idea di sviluppo che ha avuto nell’arco di 15 anni di Amministrazione Vassallo viene considerata un esempio per tutti, un modello da esportare in Italia e nel mondo.
La principale caratteristica di Angelo Vassallo era quella di essere un tipo concreto e deciso. Fin da ragazzo – da quando lavorava come pescatore assieme al padre a quando si è costruito un nuovo peschereccio intercettando fondi europei – ha saputo sempre mettere assieme spirito d’iniziativa, capacità burocratiche e praticità. Queste qualità gli hanno permesso, un volta divenuto sindaco, di ribaltare la situazione politica ed economica del comune di Pollica, che aveva in quegli anni un bilancio economico dissestato, un territorio mal organizzato e un mare inquinato a causa di un depuratore non funzionante.
Le idee che Angelo Vassallo aveva per il suo Comune erano ben precise, aveva intenzione di ripartire proprio dalla natura, dal rispetto e dalla cura per il territorio. In sostanza, aveva intenzione di partire da quella che viene comunemente detta “green economy”. Cioè da quel modello che, ancora oggi, al di là dei proclami, viene purtroppo trascurato dalla politica nazionale e locale di tutta Italia.
Appena insediato, il sindaco Vassallo iniziò a lavorare per l’adeguamento del depuratore – un’opera che era stata completamente abbandonata – e per la realizzazione della fognatura di Acciaroli. Riuscì in poco tempo a realizzare tutto questo e a farlo funzionare, ma capì fin da subito che tali interventi non sarebbero bastati se le acque provenienti dai Comuni limitrofi continuavano ad essere inquinate. Era un uomo di mare e nella sua visione politica portò proprio la sua esperienza da pescatore, sostenendo che “in mare non ci sono muri” e che non bastava ripulire la propria zona se tutto quello che ti è attorno non funziona. Seguendo questa filosofia, quindi, il sindaco Vassallo optò per una ripartizione dei fondi per la depurazione che andasse a beneficio dei vicini Comuni di Castellabate e di San Mauro Cilento, essendo all’epoca ancora sprovvisti di depuratore.

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Angelo Vassallo e le 5 vele di Legambiente.

Questa gestione pratica della politica diede gli esiti sperati e il mare attorno al Comune di Pollica cominciò a ripulirsi, così tanto che quella zona cominciò ad essere contrassegnata dalle 5 vele di Legambiente (ossia dal riconoscimento massimo) oltre che da riconoscimenti internazionali per il mare più pulito d’Italia.
Superato questo primo grosso scoglio, c’era il problema dei rifiuti. È molto difficile, in una terra che deve fare i conti con le discariche abusive e con lo smaltimento illegale gestito dalla camorra, non solo imprimere una cultura della differenziata, ma anche soltanto garantire un servizio base limpido ed efficiente. Per questo motivo una raccolta differenziata efficiente rappresentava per questo Comune una vera e propria sfida, ardua ma fortemente significativa. Prima a Pollica c’era soltanto una discarica a cielo aperto, che non bastava e soprattutto non funzionava. Il sindaco Vassallo cominciò pertanto con l’espropriazione di un terreno inutilizzato e con la realizzazione di un’isola ecologica, ma organizzò anche una raccolta differenziata nei minimi particolari, con punti di raccolta e orari precisi. Il suo ambientalismo era talvolta rigoroso e ossessivo, non a caso viene anche ricordato per le sue ordinanze singolari, come quella che prevede multe salatissime (anche fino a 1000 €) per chi viene sorpreso a buttare una cicca per terra. Questa teoria, secondo la quale “il popolo va educato per traumi”, fu per Angelo Vassallo molto efficace. La raccolta differenziata ad esempio superò il 70% del totale e divenne non solo un record per tutto il Mezzogiorno, ma anche per l’Italia stessa.
L’ennesimo piccolo “trauma” che ebbe questa comunità fu quello dell’isola pedonale. Sembra quasi un’eresia voler tutto questo per un Comune del Sud Italia. Non siamo mica nelle virtuose Olanda o Danimarca, eppure questo piccolo Comune del mezzogiorno cominciava a progredire in mezzo ad un’Italia che rimaneva ferma. Tra l’altro era solito ripetere un motto molto significativo:

“Lo Stato siamo noi. Sono i paesi che fanno il Paese.”

Una frase che mette al centro l’importanza degli Enti Locali e che dovrebbe insegnare, a diversi Amministratori, che piangersi addosso per i tagli nazionali è talvolta una scusa per nascondere le proprie incapacità. Chiaramente, le scelte e i tagli dei Governi nazionali nei confronti dei Comuni non sono certamente d’aiuto. Ma una qualità che caratterizza un buon Amministratore locale dagli altri è proprio l’inventiva, la volontà di dare al proprio Comune una visione strategica duratura, la partecipazione tempestiva ai bandi, la capacità di intercettare fondi FESR e quant’altro.

Cominciarono ad arrivare i turisti, sempre più numerosi, e anche l’economia locale di Pollica cominciò a svilupparsi. Lo dimostra l’esempio della frazione di Galdo Cilento, dove non c’era praticamente nulla, nessun negozio o servizio. In questa frazione il sindaco Vassallo fece aprire uno spazio su tre piani, con un ambulatorio, un emporio e un caffè letterario. Alle strade di Galdo fece assegnare i nomi di libri e scrittori famosi, nel caffè si cominciarono a fare attività culturali e alla fine anche a Galdo, dove non c’era niente, cominciarono ad arrivare i turisti, a dimostrazione che anche con la cultura si mangia.
Tra le opere di Angelo Vassallo va inoltre ricordato il “Museo vivo del mare”, istituito nella frazione di Pioppi, presso il castello di Vinciprova.

Ma Vassallo era anche un esempio di rigore e di rispetto della legge, amava la limpidezza del mare pulito ma anche quella degli appalti e della legalità. Aveva modi severi e fermi, però tutto questo ha permesso di mantenere intatta la bellezza di uno dei Comuni più caratteristici del Cilento. Era amato dai suoi concittadini perché ascoltava i loro problemi e spiegava loro anche le scelte più impopolari. Tutto ciò è dimostrato dalle due riconferme a sindaco, una delle quali – quella del 2005 – ottenuta addirittura con il 100% dei voti (caso unico in Italia).
Ma a Pollica non c’era solo questo, purtroppo a Pollica c’era anche la criminalità. Sfruttando l’ondata turistica in continua ascesa, la camorra gettò le basi per lo spaccio di cocaina ad Acciaroli. La droga girava soprattutto d’estate, quando i locali si riempivano di turisti. Un fenomeno, questo, che mi ricorda anche la complessa gestione turistica che affronta il Salento in piena estate, dove splendide località balneari come Gallipoli ed importanti iniziative territoriali come la Notte della Taranta rischiano di essere inquinate dalla droga e dal malaffare. Che si infiltrano, insidiose come un cancro, danneggiando l’immagine di un territorio e del suo modello di sviluppo.
Il sindaco Vassallo aveva intuito anche questo fenomeno nel suo Comune e provò ad affrontarlo con il suo stile, cioè concretamente e di persona. Con gli spacciatori infatti ci parlava e ci litigava, ma cosa può fare mai un semplice sindaco contro un fenomeno di illegalità così insidioso? Ben poco, specie se è costretto a doverlo affrontare da solo. Il sindaco Vassallo, dal 2007, inviò infatti diverse richieste di aiuto alle forze dell’ordine, illustrando la crescita del fenomeno malavitoso nel suo Comune, senza ricevere però grossi riscontri.
Le idee, l’autorità e il coraggio di Angelo Vassallo, evidentemente, diventarono troppo scomode per qualcuno, tanto da metterlo a tacere una volta per tutte. Così, la sera del 5 settembre 2010, mentre rincasava alla guida della sua auto, Angelo Vassallo fu assassinato con nove colpi di pistola. Un atto vile, questo dei suoi assassini ancora ignoti, che ha spento per sempre la voce di un uomo coraggioso e innovativo. Un atto meschino, che ha cercato di fermare l’entusiasmo e il sogno di tutta una comunità che si riscattava dall’idea di un Sud malfunzionante e con mille problemi. Una vicenda che forse vuol ricordare, ancora una volta, che a comandare è sempre la mafia e che avere un territorio efficiente è un lusso che non possiamo permetterci. Ma non è così. Non deve essere così. Forse può apparire come il classico moralismo di fine articolo, ma l’eredità che ha lasciato Angelo Vassallo alla sua comunità non è cosa da poco. La sua cittadinanza aveva acquisito già da tempo una coscienza civica ed egalitaria, è maturata pian piano grazie al suo paziente impegno. Purtroppo in Italia si comincia ad apprezzare l’importanza di un uomo onesto solo dopo la sua morte, ma il nome di Angelo Vassallo si era già diffuso al di fuori dei nostri confini, molto prima di questa triste vicenda. L’impegno del fratello Dario, del figlio Antonio e degli amici e collaboratori di Angelo Vassallo contribuiscono a mantenere vivo il suo nome, i suoi insegnamenti di buone pratiche e di bella Politica, intesa ancora come un modello di sviluppo che fa ancora invidia alle realtà più virtuose del mondo intero.


FONTI:

Fondazione Angelo Vassallo | Biografia.
Rai.tv | Lucarelli racconta (puntata del 14 maggio 2012).

Author: Daniele Perrone

Dottore triennale in Ingegneria Civile. Appassionato di argomenti tecnico-scientifici, urbanistica, ambiente e politica pragmatica.

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