Fedora, la città dei desideri incompiuti

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La quarta città della serie “Le città e il desiderio” è Fedora.
Nel celebre romanzo de “Le città invisibili”, il Marco Polo calviniano descrive Fedora come segue:

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Al centro di Fedora, metropoli di pietra grigia, sta un palazzo di metallo con una sfera di vetro in ogni stanza. Guardando dentro ogni sfera si vede una città azzurra che è il modello d’un’altra Fedora. Sono le forme che la città avrebbe potuto prendere se non fosse, per una ragione o per l’altra, diventata come oggi la vediamo. In ogni epoca qualcuno, guardando Fedora qual era, aveva immaginato il modo di farne la città ideale, ma mentre costruiva il suo modello in miniatura già Fedora non era più la stessa di prima, e quello che fino a ieri era stato un suo possibile futuro ormai era solo un giocattolo in una sfera di vetro.
Fedora ha adesso nel palazzo delle sfere il suo museo: ogni abitante lo visita, sceglie la città che corrisponde ai suoi desideri, la contempla immaginando di specchiarsi nella peschiera delle meduse che doveva raccogliere le acque del canale (se non fosse stato prosciugato), di percorrere dall’alto del baldacchino il viale riservato agli elefanti (ora banditi dalla città), di scivolare lungo la spirale del minareto a chiocciola (che non trovò più la base su cui sorgere).
Nella mappa del tuo impero, o grande Kan, devono trovar posto sia la grande Fedora di pietra sia le piccole Fedore nelle sfere di vetro. Non perché tutte ugualmente reali, ma perché tutte solo presunte. L’una racchiude ciò che è accettato come necessario mentre non lo è ancora; le altre ciò che è immaginato come possibile e un minuto dopo non lo è più.

Delle tante città lette, Fedora mi lascia un particolare senso di rammarico. Da un lato, l’insieme di questa Fedora e di tutte le Fedore racchiuse nelle sfere, potrebbe rappresentare tutti quei sogni, quei desideri e quei progetti di vita che per motivi di pigrizia, di coraggio mancato o di circostanze varie non si sono più realizzati. La Fedora reale ci lascia quel senso di grigio informe,  dove il rimpianto di una Fedora più bella resta chiuso in quella sfera, come in un sogno abbandonato nel cassetto della nostra vita.
In questa città, però, vedo anche quel riscontro più sociale e politico. Quante città e paesi del mondo reale sono oggi come questa Fedora? Credo che molte comunità abbiano vissuto, anche per un solo istante, quel sogno di un paese migliore. Progetti, bandi e promesse elettorali che per svariati motivi non vanno mai in porto, fino ad esser seppelliti e sostiutiti dai progetti, dai bandi e dalle promesse elettorali di altra gente che progetta una Fedora diversa. Talvolta ci ritroviamo anche noi, quindi, rinchiusi in quella Fedora personale, a contemplarla illusoriamente, mentre la città reale che abbiamo davanti resta immobile negli anni o si abbandona al degrado. Avvolta dal triste grigiume della pigrizia sociale e dell’inconcludenza politico-amministrativa, la Fedora reale attende ancora qualcuno con il coraggio di estrarre da quella sfera virtuale le proprie idee, facendola diventare finalmente una città ideale vera.

Author: Daniele Perrone

Dottore triennale in Ingegneria Civile. Appassionato di argomenti tecnico-scientifici, urbanistica, ambiente e politica pragmatica.

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