L’ISIS: le scottanti rivelazioni di O’Keefe

Il dramma del terrorismo internazionale è sempre più incombente al giorno d’oggi. La carenza di certezze in qualsiasi campo della nostra società ha portato sempre più a rafforzare fenomeni quali il succitato. In quest’ottica la vera novità di quest’anno è stato l’ISIS, acronimo che sta per Islamic State of Iraq and Siria, una sorta di regno musulmano che i fondamentalisti islamici hanno intenzione di creare da qui al minor tempo possibile. Questo scopo ha destato gli allarmi della comunità internazionale,in primis gli Usa, da sempre paladini dell’anti-fondamentalismo. Tuttavia come in vari e numerosi frangenti del passato, l’azione ingombrante e onnipresente degli States è vista negativamente da varie fazioni: le grandi potenze mondiali hanno avuto reazioni contrastanti a questo nuovo fenomeno, un terrorismo sì,ma con modalità e finalità nuove rispetto al passato, e che parte sicuramente da molto più lontano di quanto esso appaia.
L’ISIS si finanzia e riesce a continuare la sua azione mirata grazie a finanziamenti sottotraccia di vari paesi mediorientali apparentemente insospettabili, e economicamente e socialmente all’avanguardia in tutti i settori.

I terroristi dell'I.S.I.S.

I terroristi dell’I.S.I.S.

Sono per la maggior parte i paesi della penisola arabica, ma non solo: Oman, Kuwait, Bahrein, Qatar. Queste nazioni hanno un grande interesse a mantenere predominante il substrato di cultura musulmana e panislamica: il loro mercato infatti è maggior quanto più la stratificazione culturale e socio-religiosa è simile alla loro: il petrolio poi, rappresenta uno status quo che possono preservare in modo esclusivo potenzialmente per ancora tantissimi anni a venire, e la loro cultura radicata nei secoli, e per molti aspetti atavica e ancestrale, riesce per ora a fondere in maniera insospettabile il vecchio col nuovo; paesi come gli Emirati Arabi Uniti hanno fatto di questo principio un capisaldo della loro democrazia, e sono guardati positivamente anche agli occhi dell’Occidente, che ivi ripone svariati investimenti e beni materiali di largo consumo. In quest’ottica il presidente americano Obama, cerca di limitare questa politica decentratrice di questi stati mediorientali, tramite i consueti raid che ormai sembrano diventati tristemente routine in quelle zone, già dissanguate e dilaniate dal conflitto israelo-palestinese.
Non sbagliava probabilmente,almeno in questo caso, il tanto bistrattato ex presidente Bush,quando pronunciò durante la sua presidenza queste parole, che suonano ora quasi profetiche: “gli Stati Uniti hanno fatto un errore madornale a ritirare le loro truppe in Iraq, e scateneranno probabilmente molte più tensioni di quelle che hanno creduto di evitare.

L'ex ufficiale delle forze armate U.S.A. Kenneth O'Keefe.

L’ex ufficiale delle forze armate U.S.A. Kenneth O’Keefe.

Queste affermazioni, condivisibili o meno dall’opinione pubblica, si stanno dimostrando sempre più veritiere, e il loro effetto deflagrante potrebbe ancora non essere arrivato al suo apice. Tuttavia è possibile affermare, nonostante tutto, che questa strategia americana, viene da vari organi di stampa addirittura additata come una strategia della tensione, volta a creare dissidi tra gli stessi membri di codesta organizzazione terroristica. Ha fatto poi grande scalpore, la dichiarazione di Kenneth O’Keefe, ex ufficiale delle forze armate americane, il quale ha affermato che Lo Stato Islamico è “la creazione di un mostro, di un Frankenstein creato da noi statunitensi”. Kenneth O’Keefe, rivela in una intervista che “in realtà tutti questi miliziani sono una nuova veste ribattezzata di Al Qaeda, che di sicuro non è niente più che una creazione della CIA”, i jihadisti non soltanto hanno ricevuto dagli Stati Uniti “il miglior equipaggiamento nordamericano” come il sistema di blindatura personale, i blindati da trasporto truppe e l’addestramento, ma gli è stato anche permesso di diffondersi attraverso le frontiere in molti altri paesi del Medio Oriente.

Tutto questo è stato fatto sotto l’auspicio di rovesciare il regime di Bashar al-Assad in Siria”, afferma O’Keefe. L’esperto militare è d’accordo con l’opinione di alcuni analisti i quali ritengono che “gli USA stanno utilizzando tutta questa situazione come una “porta di servizio”, perseguendo il loro obiettivo fondamentale di eliminare il Governo di al-Assad in Siria. Lo stesso padrone si vede in Iraq ed in Afghanistan”, conclude l’ex ufficiale. Tra queste varie voci molto distanti l’una dall’altra, la verità sembra essere sempre più una sfumatura quanto mai relativa e oggetto di manomissioni, in un’epoca in cui ogni cosa può essere dimostrata e smentita quasi seduta stante.

Author: Massimo Trisolini

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