Silvio Piola, vittoria o morte

Il 29 settembre 2014 segnerà 100 anni dalla nascita di Silvio Piola, figura leggendaria del calcio mondiale e più grande goleador della storia del calcio italiano. E’ suo infatti il record di reti segnate in Serie A (274 in 537 presenze).

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Il cartellino di Silvio Piola ai tempi della Lazio

Vittoria o morte. Lo slogan era chiaro quanto raccapricciante. A poche ore dal fischio di inizio della finale della Coppa del Mondo 1938, il ct azzurro Vittorio Pozzo e tutta la squadra si riuniscono per leggere il telegramma che avevano appena ricevuto dall’Italia. Non c’era nessun dubbio; l’indirizzo del mittente era Benito Mussolini, che esortava la squadra a vincere il titolo di campioni del mondo senza pensare di poter perdere. E’ un Mondiale atipico per la situazione politica in Europa che e’ in procinto di esplodere, rinviando al 1950 la successiva edizione. Mai come in questa occasione la Nazionale e’ considerata l’emblema della dittatura fascista, fischiata e insultata a più riprese dal pubblico francese presente sugli spalti. Ma il ct Pozzo, convinto patriota che aveva combattuto nella Grande Guerra sul fronte orientale, ha vita facile a giocare la carta del “soli contro tutti”, per ragioni calcistiche più che politiche.

Football 16th June 1938. World Cup Finals. Marseille, France. Semi-Final. Italy 2 v Brazil 1. Italy's Silvio Piola bursts through Brazil's Machado (left) and Domingos during the match.La finale contro l’Ungheria costituisce uno dei grandi classici del calcio europeo di quegli anni. Dinanzi ai sessantamila dello stadio Yves-du-Manoir gli azzurri dominano l’incontro dall’inizio alla fine, con doppiette di Colaussi e Piola che rendono vane le realizzazioni di Titkos e Sárosi. Il palleggio elegante della compagine magiara, antenato del tiqui-taca, viene infatti presto sopraffatto dalla mediana italiana. Il gol del 2-1 poi, che si può ancora ammirare in filmati d’epoca che girano su youtube, fu un vero capolavoro: fitta rete di passaggi nell’area avversaria e bordata conclusiva di Piola. E alla fine della partita, nonostante i pregiudizi politici, fu tutto lo stadio ad applaudire in piedi i campioni del mondo. Che vinsero contro tutto e contro tutti. Come disse Winston Churchill, gli italiani “vanno alla Guerra come se fosse una partita di calcio, e vanno a una partita di calcio come fosse la Guerra”. Per i tifosi italiani è tripudio. Per la dittatura una boccata d’ossigeno, un vessillo da manipolare in nome della propaganda fascista. Per Piola, capocannoniere azzurro con 5 realizzazioni, ci fu un momento di grande popolarità internazionale, come dimostrarono i lusinghieri giudizi della stampa francese e il commento del commissario tecnico inglese Tom Whittaker, che lo definì “superiore a Ted Drake” in un periodo in cui gli inglesi erano ritenuti ancora con ampio margine i migliori calciatori del mondo.
Figlio di un mercante di stoffe di Pavia, Silvio Piola (Robbio, 29 settembre 1913) iniziò a tirare i primi calci ad un pallone nel campetto dell’oratorio. Si racconta infatti che fu proprio il parroco locale, Don Sassi, a segnalare il giovane Silvio alla Pro Vercelli, società che nei primi anni del Novecento vinse sette campionati d’Italia, contribuendo ad abbattere le barriere di classe e manifestando, per una volta, la superiorità della provincia nei confronti delle grandi città. Ben nove giocatori della Pro Vercelli giocavano infatti in Nazionale, il football stava lentamente trasformandosi da sport dilettantistico, seppur eroico, in sport professionistico. La prima doppietta di Piola con i colori della Pro Vercelli e la conquista del posto da titolare avvengono invece in Francia, in occasione di un 3-2 dei piemontesi sul campo del Red Star Olympique, protagonista del massimo campionato transalpino. Il nome di Piola, a Vercelli, è già sulla bocca di tutti. Il tecnico che ne capirà il talento e ne valorizzerà le doti sarà il conte ungherese Joszef Nagy. Piola, dicono gli esperti, si porterà dietro tutta la vita gli insegnamenti, la lezione di stile e l’elegante riservatezza di questo nobile magiaro finito ad occuparsi di sport in Italia con importanti successi. Di una cosa, però, gli intenditori di calcio si accorgono subito: Piola è un giocatore moderno, modernissimo. Predilige giocare spalle alla porta (cosa allora assolutamente inconsueta), attraverso combinazioni aeree, ama andarsi a cercare direttamente la palla, difenderla, smistarla, cosa che gli procurerà anche qualche problema con alcuni allenatori, convinti che Silvio sia destinato a giocare dietro la linea degli attaccanti di sfondamento. È certo, però, che un Piola bomber, regista, ala, rapinatore di palloni, assistito da un fisico eccellente e in continuo progresso tecnico, rappresenta un nuovo modello di giocatore, pronto al grande balzo di una carriera luminosa.
Ci vorranno addirittura le pressioni della politica, e dello stesso partito fascista, perché egli prenda in considerazione l’ipotesi di cambiare squadra e città. La scelta cadrà su Roma, sulla società Lazio. Giocando con la maglia biancoceleste, Piola metterà a punto la sua famosa rovesciata, poi imitata in tutto il mondo. Concluse la sua esperienza alla Lazio vincendo il secondo titolo di capocannoniere nel 1942-1943. Con il blocco dei campionati dovuto agli eventi bellici, Piola tornò al Nord; ottenne il permesso di unirsi al Torino FIAT che disputò il campionato d’Alta Italia. Poi due stagioni alla Juventus, che contese senza successo il titolo al Grande Torino, e Piola mancò la sospirata vittoria del campionato nazionale, unico rammarico di una carriera ricca di successi.
Nel 1947 il talento di Piola era ritenuto prossimo al declino, mentre era pronto ad entrare stabilmente tra i titolari bianconeri il giovane Giampiero Boniperti; fu allora che il trentaquattrenne attaccante fu convinto dal presidente del Novara Delfino Francescoli a trasferirsi in Serie B. La squadra azzurra lo acquistò dunque a rate dalla Juventus. Riportò così il Novara in Serie A dopo una sola stagione, a suon di gol. Sempre concentrato, professionista impeccabile, e anche, dal 1948, sposato con una ragazza vercellese, Alda Ghiano, Piola chiude nel 1954 una carriera piena di gol, di record, e di soddisfazioni.

Per festeggiare l’anniversario e ricordare degnamente il legame che per anni ha legato Piola alla Lazio, il club capitolino indosserà una maglia speciale celebrativa per la partita in programma il 6 Ottobre 2014 allo Stadio Olimpico contro la Fiorentina.

Per festeggiare l’anniversario e ricordare degnamente il legame che per anni ha legato Piola alla Lazio, il club capitolino indosserà una maglia speciale celebrativa per la partita in programma il 6 Ottobre 2014 allo Stadio Olimpico contro la Fiorentina.

 

Author: Ferny Ligori

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