Sovrappopolazione globale: origine, sviluppo, prospettive

Circa un milione di anni fa comparve sul Pianeta Terra l’Homo erectus, antenato del moderno Homo sapiens; piccoli nuclei di questa specie si trovavano in Africa, Asia ed Europa. Homo sapiens invece si espanse, circa 150 mila anni fa, anche in America e Oceania. Per migliaia di anni l’uomo sfruttò il fuoco e gli strumenti di pietra (ascia, raschetto, punte di freccia) per cacciare mammiferi maggiori come mammut, cervi, cavalli selvatici, portando questi animali sull’orlo dell’estinzione: numerosi ritrovamenti risalenti all’ultima glaciazione raccontano di migliaia di capi sterminati per la sopravvivenza delle tribù paleolitiche.

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Figura 1. Ricostruzione di un accampamento di Homo erectus – Fonte: memo

L’uomo non gestì bene la risorsa animale, che diminuì drasticamente, ma superò questo ostacolo grazie all’agricoltura; il fuoco utilizzato per cacciare, non solo stanava gli animali, ma selezionava specie vegetali arbustive ed erbacee commestibili, graminacee ricche di amido, leguminose ricche in proteine vegetali, frutti ricchi di zuccheri. La superficie forestale diminuì drasticamente e il semplice gesto del lanciare dei semi sul terreno brullo permise il salto di qualità di Homo sapiens, che da nomade cacciatore-raccoglitore diventò sedentario. Nella stessa epoca sorsero centri agricoli in località estremamente distanti dal bacino mediterraneo, in Iran, India, Cina.

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Figura 2. Primi siti agricoli in Europa, Nord Africa e Medio Oriente – Fonte: Mark B. Wilson

Durante il Neolitico la popolazione mondiale toccò i 10 milioni di individui, mentre nei millenni successivi continuò a crescere di pari passo alle scoperte della fusione dei metalli, delle colture irrigue, della scrittura, della ruota. Nuovi centri si ampliarono in Asia centrale, Indonesia, Perù, Messico e Africa equatoriale.
In epoca romana esistevano circa 300 milioni di Homo sapiens, nel medioevo si sfiorarono i 500 milioni, che oscillavano fortemente a causa di numerose carestie; agli albori dell’età moderna, la peste nera, importata da Oriente, decimò la popolazione europea. Dopo le scoperte geografiche del XV e XVI secolo, l’incremento numerico di Homo sapiens conobbe una seconda impennata, dovuta a migliori tecnologie di trasporto e conservazione delle derrate alimentari.

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Figura 3. I mangiatori di patate, 1885, Vincent Van Gogh. Derrate come patate e pomodori incrementarono enormemente la produzione agricola dal XVI secolo in poi – Fonte: ArcimboldoNews

Nel XVII e XVIII secolo diminuì la qualità della vita a causa dell’elevata densità di popolazione, in luoghi come l’Inghilterra le foreste vennero completamente rase al suolo per costruire navi, abitazioni e per fornire legna da ardere. Proprio su questa isola, a causa di un secondo collo di bottiglia, la mancanza cioè di combustibile per l’energia, il “sistema uomo” subì una veloce evoluzione grazie al carbone: nascono le macchine a vapore e la prima industria pesante europea, che permette un ulteriore sviluppo della popolazione mondiale. Intorno alla metà dell’Novecento ci sono 1,5 miliardi di Homo sapiens sul pianeta Terra, concentrati soprattutto in Europa, India, Cina e Giappone. In circa diecimila anni siamo passati da 10 milioni a 1,5 miliardi di abitanti, 150 volte in più.
I miglioramenti in campo medico, agricolo e tecnico in generale hanno permesso alla popolazione mondiale nel Novecento di schizzare fino ai 9 miliardi odierni. Cioè in circa 70 anni l’aumento è stato vertiginosamente esponenziale. Nessuna specie animale nella storia del pianeta Terra ha mai raggiunto il livello di biomassa e numerico della nostra.

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Figura 4. Effetto della pennicillina su una coltura batterica. Le scoperte mediche come la pennicillina, dal XVIII secolo in poi hanno abbassato i tassi di mortalità per patologie oggi ritenute poco gravi – Fonte: Minerva. Storia, epistemologia e didattica chimica

Il Malthusianesimo

Thomas Robert Malthus è stato un economista e demografo inglese, che nel 1798 pubblicò “An essay of the principle of the population as it affects the future improvement of society“, un testo che suscitò molte polemiche, ma ebbe il merito di sollevare il problema della crescita della popolazione mondiale.
Egli infatti attribuì principalmente alla pressione demografica la diffusione della povertà e della fame nel mondo. Per la teoria malthusiana, mentre la crescita della popolazione segue un regime geometrico, cioè esponenziale, quella dei mezzi di sussistenza è aritmetica. Lo squilibrio tra le due curve porta ad un progressivo immiserimento della società umana. Malthus fu un pionere degli studi sulla demografia globale, e nonostante le molte lacune del suo ragionamento fu il primo a mettere in dubbio la teoria della illimitatezza delle risorse della Terra.

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Figura 5. Thomas Malthus in un’incisione d’epoca e la copertina del suo testo più famoso “An essay of the principle of the population as it affects the future improvement of society” – Fonte: Grand Strategy: the view from Oregon. Grand Strategy and geopolitics from the perspective of the Pacific Northwest

 La “bomba” ecologica della popolazione: gli studi moderni

L’espansione recente dell’Homo sapiens è il fenomeno più impressionante tra le varie problematiche ambientali. Con lo sviluppo industriale, la crescita della popolazione si è attestata sulla curva esponenziale. Dal miliardo di individui del 1820, si passa ai 2 nel 1930, 3 nel 1960, 4 nel 1975, 5 nel 1990 e ora, 2015, sfiora i 7 miliardi. Per raggiungere il primo miliardo ci sono voluti 10’000 anni, per il secondo 110, per il quinto solo 7-8. La tendenza non può continuare a lungo, perchè molti paesi (come l’Italia o il Giappone) hanno già avuto una fase di crescita esponenziale ed ora il numero di individui è stabile. Diverso è il discorso per i paesi in via di sviluppo asiatici, africani e sud americani, che hanno tuttora tassi di natalità vertiginosi. E’ lecito chiedersi a questo punto quale sia il prezzo ecologico da pagare per questa situazione innaturale: se le risorse sono finite, se gli ecosistemi si basano sull’equilibrio anche numerico tra le diverse specie, quanti esseri umani possono esistere senza compromettere il Pianeta e la vita dell’Homo sapiens stesso?
L’uomo oggi occupa ogni ambiente della superficie terrestre, si adatta ad ogni clima e trasforma ciò che lo circonda in modo molto invasivo (città, strade, infrastrutture). A questa situazione, di per sè innaturale, si deve aggiungere il fatto che nei paesi sviluppati vi è una tendenza inarrestabile allo spreco, che contagia da decenni i paesi del Terzo Mondo. Un americano medio consuma acqua mille volte in più rispetto a quella necessaria fisiologicamente; in output, può “emettere” durante l’arco della vita 25 tonnellate di rifiuti, tra cui molti quintali di sostanze pericolose e nocive. Tutto ciò è materia ed energia sottratta ad altre specie della biosfera: piante, animali, funghi, associati in ecosistemi, devono digiunare perchè la specie umana consuma le risorse di tutti, disarticolando il funzionamento della biosfera e mettendo a rischio la sua stessa sopravvivenza.

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Figura 6. Crescita della popolazione mondiale dalla preistoria fino ai giorni nostri. Previsione di crescita fino al 4000 d.C. – Fonte: Guilbord

La Chiesa cattolica e la sovrappopolazione

Nella sua seconda enciclica, “Laudato sì”, papa Francesco mette in guardia l’umanità dal rischio ambientale ed è il primo papa a prendere in seria considerazione questa materia. Per quanto riguarda la sovrappopolazione, il pontefice assume però posizioni poco chiare. Molto approfondita è la critica che Valter Cirillo avanza sul blog “EnerBlog”:

“Su questo importante argomento l’enciclica glissa quasi del tutto. Ne accenna solo al comma 50, affermando che «se è vero che l’ineguale distribuzione della popolazione e delle risorse disponibili crea ostacoli allo sviluppo e ad un uso sostenibile dell’ambiente, va riconosciuto che la crescita demografica è pienamente compatibile con uno sviluppo integrale e solidale. Incolpare l’incremento demografico e non il consumismo estremo e selettivo di alcuni, è un modo per non affrontare i problemi» (la sottolineatura è nostra).
Ora, immaginiamo che tutti concordino sul fatto che occorre affrontare i problemi, e anche che finora i problemi sono derivati più dai modelli di consumo che dall’incremento demografico. Ma, appunto, finora. È sostenibile affermare che la crescita demografica è pienamente compatibile con uno sviluppo integrale e solidale, anche quando, tra 40 anni, saremo 10 miliardi? E per giunta tutti con l’ambizione di avere una durata e una qualità della vita confrontabile con quella occidentale di oggi?
Seriamente, non è possibile rispondere di si. E lo stesso papa Francesco in precedenti occasioni è sembrato esserne consapevole.”

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Figura 6. Papa Francesco in piazza San Pietro – Fonte: Il Giornale

Conclusioni

La sovrappopolazione non è il fattore scatenante della crisi ambientale: il sistema economico che non considera la finitezza della Terra è l’elemento chiave da reinventare, in fretta (Vedi l’articolo Dai limiti dello sviluppo ad una nuova economia). La sovrappopolazione purtroppo partecipa alla distruzione della biosfera, perchè ogni essere umano oggigiorno cerca di raggiungere un livello di benessere chiaramente in disaccordo con le leggi termodinamiche del Pianeta. Malthus nella sua teoria non considerava l’evidente gap tra lo stile di vita occidentale, sprecone e ingombrante, e la vita di un indigeno primitivo, che ha ancora un ruolo chiave nell’ecosistema in cui abita. Se volessimo continuare ad essere tanti, dovremmo abbandonare al più presto l’inutile corsa al “sogno americano”; se viceversa non possiamo fare a meno di questo sviluppo economico, la riduzione delle nascite e un livello estremamente più basso deve essere raggiunto al più presto. L’amara verità è che poco si è fatto ancora per contrastare questo declino: nel momento in cui non agiremo per limitare i danni, saremo noi stessi a perire sotto i colpi dell’ignoranza; è mai possibile che una civiltà così tecnologica, che da tempo ha diagnosticato lo stato critico della biosfera, non agisca in fretta per salvare la pelle?


Bibliografia e sitografia

Sandro Pignatti, Bruno Trezza. “Assalto al pianeta: attività produttive e crollo della biosfera“, 2000. Bollati e Beringhieri.
Bistrò Charbonnier | Dai limiti dello sviluppo ad una nuova economia.
Enerblog. Ambiente, Energia, Sviluppo sostenibile | Enciclica Laudato sì: una cosa che il Papa non può capire.
Guibord Technical Writing Service, Inc. | Overpopulation.
The Post Internazionale – Inside Foreign Affairs | I devastanti effetti della sovrappopolazione.

Author: Giuseppe Scandone

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