Dai limiti dello sviluppo ad una nuova economia

L’attuale crisi economica dovrebbe far riflettere sull’ illusione della crescita senza limiti, dogma positivista che ci ha accompagnato negli ultimi secoli di storia. Nonostante molti autorevoli scienziati hanno messo in luce come l’economia attuale rappresenta un pericolo per il pianeta Terra, e di riflesso per la specie umana, poche sono le azioni intraprese dai governi per fermare la catastrofe.

Nel 1972 uscì un rapporto considerato una pietra miliare della questione ambientale: “I limiti dello sviluppo”, scritto da quattro scienziati del M.I.T. (Massachusetts Institute of Technology) per il Club di Roma, un’associazione di giornalisti, industriali e scienziati.

Il rapporto metteva in luce come la limitatezza fisica del pianeta avrebbe rappresentato, nel XXI secolo, l’ostacolo principale dello sviluppo illimitato che ci contraddistingue, portando conseguenze nefaste sulla società umana, se non l’estinzione.

Altro contributo fondamentale è stato quello dello scienziato rumeno Georgescu Roegen (1906 – 1994), che nei suoi scritti mise in luce come l’economia non può considerarsi slegata dalle leggi termodinamiche che reggono l’universo:

“[…] mentre la vita sulla Terra si mantiene in uno stato stazionario lontano dall’equilibrio, la società umana cresce illimitatamente, degrada materia ed energia a ritmi insostenibili e disarticola i cicli naturali grazie ai quali anch’essa può sostenersi.

plasticrubbish3r_468x319Questo circolo vizioso è poi aggravato dall’esplosione demografica e dall’inquinamento delle matrici ambientali, due fattori che precludono un utilizzo razionale delle risorse disponibili.

La vera sfida per i governi non è uscire dalla crisi, illudendoci con la parola “sviluppo sostenibile“, un vero ossimoro; tutti gli sforzi dovrebbero tendere a reinventare un’economia che abbia come fine il mantenimento del benessere umano in un pianeta sano.

Cosa si può fare?

Gli studiosi considerano che alcune questioni urgenti debbano essere risolte in fretta, prima di arrivare ad un punto di non ritorno:

– Diminuire la crescita della popolazione;

– Ridurre l’impronta ecologica;

– Stabilire nuovi obiettivi per le società ricche.

Per quanto riguarda i primi due, da tempo molti privati, alcuni governi, tantissime associazioni cercano di sensibilizzare l’opinione pubblica. Ma trovare un nuovo paradigma, che non sia l’arricchimento smodato e l’accumulo di prodotti, sembra davvero una delle questioni più spinose e articolate da affrontare.

Non resta che rimboccarci le maniche, il futuro è già qui.


Fonti bibliografiche:

Bioeconomia. Verso un’altra economia ecologicamente e socialmente sostenibile. A cura di Mauro Bonaiuti. Torino, Bollati Boringhieri, 2003

Assalto al pianeta (Attività produttiva e crollo della biosfera). Sandro Pignatti, Bruno Trezza.  Ed. Bollati Boringhieri, 2000

Donella H. Meadows, Dennis L. Meadows; Jørgen Randers; William W. Behrens III, The Limits to Growth, 1972.

Author: Giuseppe Scandone

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