Recensioni – Reality

Oggi parliamo di Reality, una commedia dolceamara di Matteo Garrone del 2012, regista delle nuove leve campane che tanto stanno facendo bene in questi anni, vedesi il recente Oscar di Riccardo Sorrentino per La grande bellezza.

Il film si apre con una fastosa cerimonia in tipico stile neomelodico campano, nella quale si celebra il matrimonio di una coppia amica dei protagonisti. Come in ogni evento di questo tipo che si rispetti ( in tutta la sua sfrontata trashitudine), non mancano le componenti essenziali di un tipico matrimonio di una famiglia borghese del napoletano: balli a profusione, dolci a non finire, musica, foto di rito (anche ai bimbi che per l’occasione vengono quasi tutti stereotipati come in sovrappeso e talvolta obesi, per accentuare l’opulenza esagerata della società dell’apparente benessere) e infine l’immancabile cantante neomelodico acclamato dalla folla, tale Enzo, che manda in visibilio tutti i commensali con le sue celebri hit, almeno nelle zone ivi citate.

Il protagonista del film tuttavia, è interpretato da Aniello Arena, debuttante che non sfigura affatto. Interpreta Luciano, un pescivendolo con un’attività ben avviata, che vediamo all’inizio del film intrattenere anch’esso gli invitati al matrimonio con le sue mascherate da donna, che ripropone instancabile ad ogni evento, pur sempre con successo.

Sarà il caso, durante un provino del Grande Fratello in un centro commerciale, a far sì che qualcosa cambi: i figli e la moglie infatti, lo chiamano urgentemente per chiedergli di andare a fare un provino conoscendo le sue doti da intrattenitore, pur mancando poco alla chiusura. Egli, molto titubante all’inizio per via del lavoro (oltre alla pescheria intrattiene anche un commercio illegale di robot da cucina) alla fine accetta e si presenta, quando però, ormai, le selezioni sono state chiuse; ed è qui che torna in gioco Enzo, il vip neomelodico conosciuto da Luciano al matrimonio; tramite un’escamotage, infatti, riesce a sostenere un provino fuori orario, e dopo ben un’ora di prove, di cui però non vediamo l’esito, finalmente si avvia all’uscita del centro commerciale con aria trionfante, spiegando che gli autori sono stati molto colpiti dalla sua verve e dalla storia della sua vita, che Luciano non ha mancato di raccontare per filo e per segno, cosa inedita tra gli altri candidati, a suo dire.

Questo evento scatena in tutta la sua famiglia un entusiasmo irrefrenabile: forse solo la vecchia e saggia zia, si oppone cercando di fargli mantenere la testa sulle spalle per non lasciare tutto ciò che di buono ha per un sogno di gloria che può rivelarsi vano.

Dopo qualche giorno riceve inaspettatamente una chiamata per Roma, a sostenere il provino finale per entrare nella Casa; dopo il buon esito anche di quest’ultimo, inizia la sua discesa all’inferno: credendo di essere spiato nel luogo di lavoro e anche a casa. infatti, egli inizia a dare una distorta immagine di sé per ben figurare agli occhi degli improbabili controllori: regala tutte le sue cose ai poveri, dall’arredamento al cibo, ma muta anche la sua vita in negativo vendendo la pescheria, sicuro che con i soldi della notorietà si ripagherà di tutto, e rimanendo 24 ore su 24 a guardare il programma da casa, quasi alienato da tutto il mondo circostante. Questa ossessione, non mancherà di estendere i suoi effetti deleteri anche alla sua famiglia: la moglie infatti, preso coscienza di questa sua trasformazione, inizia a non voler più a stare a casa con lui, e con vari modi, cerca di farlo tornare in sé, ma senza successo. Egli aspetta la chiamata in maniera morbosa da parte della redazione del programma, che ormai iniziato, promette di far entrare altri due concorrenti nella casa. Ancora fiducioso, allora, decide di attendere… la chiamata però non arriva più. È a questo punto che Luciano, in una sorta di atmosfera tra sogno e realtà, lo vediamo entrare alle soglie della Casa, e varcare la porta rossa, dalla quale osserva estasiato la vita strepitosa che gli inquilini vi conducono: feste, balli, tuffi in piscina e mondanità di varia natura. Tutto ciò viene lentamente offuscato in un piano sequenza dall’alto che via via sale sempre di più, con un Luciano che, tra il trasognante e il divertito, siede su una sdraio bianca, forse ormai rassegnato al destino “normale” che lo attende. Un film, che pur non essendo una pietra miliare del cinema, è sicuramente amaro e lucido nell’esporre la triste deriva della società contemporanea, dove per l’apparire e per una apparente ed effimera fama, i soggetti più deboli possono arrivare a cedere tutto ciò che hanno duramente costruito, per poi trovarsi con un pugno di mosche in mano.48828

Author: Massimo Trisolini

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