Strada principale e strade secondarie

Come in un quadro astrattista del bauhasiano Ernest Paul Klee, dove prende forma un paesaggio illustrato mediante l’ausilio di sintetiche linee, così l’opera dell’architetto Angelo Campo, “Strada principale e strade secondarie – Il caso di Carosino presso La Croce“, partendo da alcune particolari intuizioni, mette in luce delle valide ipotesi storiche come risultato di un consistente lavoro, andando a tratteggiare i lineamenti di un più vasto panorama.

stradaprincipale

Angelo Campo, Strada principale e strade secondarie. Il caso di Carosino presso La Croce, tra la via Appia e la strada Sallentina, attraverso secoli e terremoti, Congedo, Galatina, 2014.

Ma bisogna far ritorno e soffermarsi almeno un momento sul dipinto di Paul Klee: oltre a posare come copertina e ad offrire il proprio titolo all’opera dell’architetto carosinese, ossia “Strada principale e strade secondarie“, esso diventa verosimilmente quel supporto grafico insostituibile, poiché nella sua sintesi artistica offre un profondo ed analitico riassunto del libro. Ecco quei fili destinati a convergere verso un punto di fuga, svanito oltre la cornice, ad incrociarsi con tracce parallele e ondulate, dando materia ad una simile planimetria d’una città così astratta, e nel tempo così in movimento. Quei graffi e quelle ammaccature sopra la scacchiera irregolare dai tenui colori, sono dunque come indizi ereditati da un passato dimenticato, ma parimenti indelebili, sicché solo un attento lettore, camminando per sentieri già percorsi e percorsi ormai impolverati, potrà destarli dal loro lungo letargo. Uomini e natura sono entrambi tracce della vita, elevandosi ad attori, inconsciamente complici, in quell’antico ciclo storico che, tra creazione e distruzione, genera nuova linfa vitale, dettando così tempo allo spazio, dando movimento all’ambiente circostante. Da questa via maestra, apparentemente univoca, trascendono innumerevoli strade secondarie, le quali danno un senso alla matriarcale radice. Ed è proprio così che potrebbe essere riassunto l’incipit del lavoro svolto da Angelo Campo, che è riuscito a dare concretezza e metodologia alla sua ricerca, immedesimandosi nei panni dell’archeologo della storia.
Così, in data 8 febbraio 2015, presso il Palazzo della Cultura, sito in piazza Milite Ignoto di San Marzano di San Giuseppe (Taranto), si è tenuto l’incontro per la presentazione del suddetto libro. L’evento, organizzato dalla Pro Loco Marciana, è stato coordinato da Genny Sapio, la quale ha poi dato ampia voce alle valutazioni di Vincenza Musardo Talò, storica e presidente provinciale dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano, e di Floriano Cartanì, giornalista e saggista, ultimando sicché la scaletta dell’evento con le dovute considerazioni di Angelo Campo, autore dell’opera.
Coloro che vorranno cimentarsi nella lettura, se non proprio nello studio di questo libro, benché il sottotitolo possa apparire incentrato sul largo La Croce, e in generale su tutto il feudo di Carosino, scopriranno con piacevole sorpresa che, seppur questa sia stata almeno inizialmente la strada principale per la ricerca svolta dall’autore, essa poi si dirama in molteplici strade secondarie,  riguardanti disparati aspetti della storiografia: e così queste strade secondarie si intersecano in importanti snodi con quella principale che, seppur rimanendo il punto di riferimento della ricerca, viene inglobata in un più vasto contesto, ossia nella storiografia salentina. È, in pratica, la ricerca di quel punto di fuga che nell’opera di Paul Klee sfugge oltre la cornice ma che, invece, è percepibile nel libro di Angelo Campo.
Il presidente provinciale dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano, Vincenza Musardo Talò, offre uno spunto interessante dal quale trascende la stessa anima del libro:

Se non si leggesse il libro, per poco non lo si comprende. Intanto il tema della strada, il cui termine non è solo quello che noi comunemente intendiamo. Esso infatti può avere molteplici significati: la strada del tempo, della storia, della conoscenza, della vita, e via dicendo. Riassumendo brevemente il concetto, la strada è qualcosa in itinere, cioé in continuo movimento.
Poi il senso della strada, calato nelle stagioni della storia, ha un significato ancor più complesso e composito, poiché ogni centimetro di strada che calpestiamo è carico della voce dei secoli, degli eventi e degli uomini che vi hanno lasciato un segno della propria vicenda umana. Esse diventano il simbolo di un cammino che porta alla conoscenza e al confronto, e da sempre hanno favorito gli scambi interculturali tra gli uomini, già in tempi più remoti, senza che noi avessimo la necessità di rintracciare il concetto di intercultura alle basi della pedagogia contemporanea. E proprio nel libro di Angelo Campo trova corpo un’ottima sintesi interculturale, dall’incontro di realtà storiche diverse nel tempo e nello spazio, è più propriamente tecnico, in senso acronico e sincronico.
In secondo luogo un carattere fondamentale del testo è l’adozione di una particolare metodologia adottata per strutturare il contenuto del libro. L’architetto Campo ha svolto il lavoro come se fosse un archeologo della storia: partendo dallo strato superficiale, ha scavato in profondità, trovando poi la giustificazione ultima del perché le cose oggi sono così. Dunque si tratta di un metodo, ad onor del vero, facile da utilizzare solamente agli esperti.

Da ciò si evince la particolare struttura del libro, che presenta la tradizionale cronologia storica in senso antiorario, partendo da un luogo fisico, cioè dal largo La Croce di Carosino, passando poi per quelle strade dell’antica Terra d’Otranto e ripercorrendo al contempo quelle altre della storia e del tempo, attraverso terremoti, usanze e ricostruzioni che ha subìto il territorio salentino, trovando così un naturale snodo argomentativo per descrivere un contesto più esteso. Ne risulta così un lavoro in costante movimento, che tende a dilatarsi nel tempo e nello spazio, incentrandosi attorno a due eventi sismici che hanno pesantemente alterato l’immagine della penisola salentina – ovvero i terremoti del 20 febbraio 1743 e del 5 dicembre 1456 – e che a seguito dei loro luttuosi eventi hanno stravolto il vecchio assetto geografico e sociale della Terra d’Otranto. In quest’ottica, come le chiavi di volta di un arco, rientrano in auge anche le reti viarie colleganti i vari paesi, le quali, a loro volta, avevano già subìto moltissimi rimaneggiamenti, legati per lo più a vicende prettamente umane, siano esse di natura politica, militare, religiosa e architettonica.

chiesa carosino

La chiesa di Santa Maria delle Grazie in Carosino.

L’input di questo lavoro nasce da alcune considerazioni fatte in merito all’attuale configurazione planimetrica dell’odierna Chiesa di Santa Maria delle Grazie1, sita in Carosino. Attraverso le opportune ricerche storico-architettoniche, Campo scoprirà infatti che l’attuale pianta della Chiesa è il risultato di ristrutturazioni e rimaneggiamenti effettuati nel tempo. Più nel dettaglio, si evince che in origine vi errano una cappella e due chiese adiacenti – costruite in epoche diverse – ma che, in seguito al terremoto del 20 febbraio 1743, il danneggiamento e il riadattamento strutturale delle stesse ha dato vita all’attuale edificio. 

pianta chiesa carosino

Pianta dimostrante l’evoluzione storica del complesso religioso di Santa Maria delle Grazie di Carosino.

Questo diventa così il punto di partenza di una ricerca più ampia, abbracciando tutti quegli aspetti correlati all’evento sismico in questione, noto anche come terremoto di Nardò, che, oltre a causare delle morti – spesso non censite – in diversi comuni del Salento, ha generato non pochi disagi di varia natura, ai quali si sommano le carestie e le epidemie subentrate a distanza di qualche mese. Tutti questi aspetti avrebbero generato un progressivo abbandono dei centri maggiormente colpiti, molti dei quali ricadevano sull’antica via Sallentina, e ciò provocò il progressivo abbandono e degrado della stessa.
Andando a ritroso nel tempo, inoltre, si analizzano gli aspetti correlati allo sciame sismico del 5 dicembre del 1456, noto anche come terremoto di Napoli. In questo contesto vengono proposte dall’autore delle curiosità molto interessanti, come ad esempio il pellegrinaggio indetto da Alfonso I d’Aragona verso il Santuario di Santa Maria di Leuca, allora luoghi amministrati dalla casata degli Orsini del Balzo.
Successivamente al terremoto del 1456, oltre all’ordinaria ristrutturazione delle superfici e degli immobili lesionati, si ebbe anche una revisione degli affreschi e delle figure iconografiche: tra queste, subirono radicali rivisitazioni le splendide Madonne allattanti (cui una è custodita nella Chiesa di Carosino). Infatti tali icone, d’epoca antica, seguivano i canoni dell’iconografia bizantina – queste Madonne erano raffigurate col seno nudo – ma, attorno a quegli anni, furono in gran parte sostituite da altre iconografie meno amateliche e più terrene o riadattate ai canoni occidentali, mentre quelle superstiti furono successivamente trascurate. Ciò accadde perché furono considerate apocrife dalle future direttive imposte dal Concilio di Trento.
Tutti questi eventi naturali e quelli circoscritti alla storia dell’umanità hanno segnato e ridisegnato gli antichi collegamenti viari del paesaggio salentino. Nell’ultima sezione del libro infatti prenderà forma anche questo tipo di analisi, che, allacciandosi alle ricerche di Giovanni Uggeri, ripercorrerà per “compassate” gli antichi tragitti della via Sallentina, di epoca messapica, della via Appia, di epoca romana, fino a giungere al paretone dei greci, detto anche limes bizantino.
In conclusione, quindi, la ricerca avviata in questo libro si è dimostrata già avvincente per molti, ed i suoi esiti hanno prodotto delle interessanti rivisitazioni della storiografia tradizionale salentina. Perciò non resta solo che augurarvi una buona lettura.


Scritto da: Daniele Perrone e Alessio Sacquegna


Note:

1 Terre del Mesochorum | Perché la chiesa di Carosino ha un secolo in più di quanto si pensi.

Author: Bistrò Charbonnier

Share This Post On