Storia di camionisti, criminali, imprenditori, ragazzi, termina con una borsa

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Autocarri

Quei camion scivolavano instancabili lungo le autostrade, così simili agli altri, così anonimi nei lunghi cassoni coperti, le cabine infuocate d’estate e gelate nelle notti di’inverno.

Camionisti come gli altri, rattrappiti da quelle tratte infinite che dal profondo Nord (fosse Germania o Brescia poco cambiava, era pur sempre il gelido e distante Nord), si perdevano nel caldo umido del Sud Italia.

Erano così puliti, così ordinati quei posti su al freddo, che ad un umile camionista veniva la voglia di mandarci i figli a studiare, a fare l’università, a diventare qualcuno.

Pochi di questi instancabili lavoratori ha capito cosa stesse facendo in quegli anni. E se lo ha capito, ha rispettato il buon detto antico “fatti i fatti tuoi, che campi cent’anni”. Gli altri guidavano il mezzo con maestria, mentre sognavano una casa nuova, il viaggio con la famiglia, una domenica a mare a prendere il sole; nel retro il cassone era stipato di quintali di rifiuti, da smaltire in cave illecite, da sotterrare nei fiumi, sotto le loro stesse case.

Una casa felice

Dalla compravendita di rifiuti sono diventati milionari. I camionisti? Certo che no.

I mafiosi, direte. Si, ma non solo.

Gli imprenditori che hanno scelto di risparmiare sullo smaltimento, turarsi il naso e inviare ciò che doveva essere controllato e smaltito in sicurezza, giù per lo stivale.

Ricordate, erano consapevoli delle loro azioni.

I loro figli son cresciuti, hanno messo qualche chilo, adesso saranno brizzolati. Forse continuano a perpetuare gli errori dei padri. Forse, ma spero di no.

Centinaia di aziende italiane e nord europee si sono affidate ad intermediari senza scrupoli e hanno lasciato partire i carichi pagando la metà, se non meno, del prezzo normale di smaltimento.

Qui si annida il peccato antico. L’avarizia e l’ingordigia che l’economia non riesce a frenare.

Dal loro punto di vista, quello di manager di successo e molto cool, si risparmiava un sacco. Nel loro mondo fatto di aziende che devono far quadrare i bilanci, un prosaico paradiso.

Perché non provarci?

Quei rifiuti si perdevano nelle notti e nella nebbia, mentre i portafogli si gonfiavano.

Gli operai si vantavano al bar delle loro aziende floride, tutti si potevano dire felici.

Occhio non vede, cuore non duole.

Dal carcere

Così dice il pentito di camorra Nunzio Perrella:

“Nel bresciano sono rovinati, li abbiamo riempiti di rifiuti tossici”.

Il quartiere Isola a Napoli è tutto pieno. Ma anche il Raccordo Anulare a Roma”.

E la Lombardia: “Ah, il Nord è davvero molto rovinato. I rifiuti li abbiamo portati solo in Lombardia, fino al 1987”.

Poi c’è la Puglia, La Calabria, La Sicilia. Il Lazio. Tutti, siamo tutti coinvolti.

Fino al 1987 la camorra ha seppellito direttamente al nord. “Poi stava tutto pieno, e abbiamo cominciato a portarli anche al Sud”.

In Lombardia ci sono paesi che galleggiano sui rifiuti. Letteralmente, perché molto probabilmente il percolato ha raggiunto le falde.

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Rifiuti interrati a Vicenza. Da www.lonesto.it

E poi le navi ripiene di fusti con materiale tossico e/o radioattivo, fatte affondare al largo della Calabria (e non solo).

E poi le scorie radioattive.

I rifiuti ospedalieri.

Amianto.

Potrei continuare ancora un po’.

Chi cerca, trova

Come sostiene il portavoce di Rete di cittadinanza e comunità Vincenzo Tosti, purtroppo di “terre dei fuochi” l’Italia è piena.

Un problema che verso la fine del 2012, ha attirato l’attenzione mediatica a causa della morte di numerosi bambini in Campania. Il caso ha innescato e focalizzato l’attenzione mediatica. Da allora si sono moltiplicati gli “avvistamenti” di rifiuti tombati.

Dopo anni di silenzio, qualcuno ha iniziato ad indicare luoghi insospettabili, dove poter trovare sorprese mortali. Come Perrella, come Schiavone, che hanno rotto il silenzio sulla questione.

Per decenni nessuno voleva cercare. Nessuno ha voluto guardare quei camion così uguali agli altri, così diversi nel loro contenuto. Nelle loro destinazioni.

Poche e flebili le voci di chi ha urlato contro questo scempio, rispetto ad una nazione ignava.

Ora è noto che l’intero territorio italiano è colmo di rifiuti tossici interrati.

Cronache da oncologia

Racconto edificante:

C’è il figlio e c’è il padre, in un ospedale.

Un fuscello di 10 anni, scavato da un male inarrestabile, ingrigito dal dolore.

Tumore, dicono;

il padre piange, le lacrime si spandono tra le maglie del cappotto.

Uno come lui, che si è fatto da solo, è diventato uno il re degli industriali, perché deve affrontare tutto questo?

Chi porta via il suo amato figliolo?

Cosa ha fatto lui, Dio, per guadagnare questa fine?

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È insostenibile, è inaccettabile

Migliaia di tonnellate di rifiuti sono stati seppelliti, in centinaia (se non migliaia) di siti sparsi in tutte le regioni d’Italia.

Adesso le rotte dei rifiuti si spostano verso i paesi in via di sviluppo, dell’Africa, dell’Asia, dei Balcani.

Lo smaltimento illecito dei rifiuti in Italia e nel mondo. Da www.oggiscienza.it Rapporto "Ecomafia Globale" di Legambiente-Polieco

Lo smaltimento illecito dei rifiuti in Italia e nel mondo. Da www.oggiscienza.it, rapporto “Ecomafia Globale” di Legambiente-Polieco

Continuiamo a fare quello che facciamo da decine di anni: produciamo, consumiamo e gettiamo migliaia di oggetti, materie, tossiche, radioattive o impossibili da degradare. E abbiamo sempre pensato che quello che noi produciamo sia oro, il resto merda da interrare, così che i nostri illustrissimi occhi non vedano tale scempio.

Guardate da dove vengono, questi rifiuti. Chiedetevi il perché esistono.

Vengono dai cosmetici, dai profumi, dalle automobili che hanno sostituito le gambe.

Dite, perché abbiamo scorie radioattive? Per i giochi di guerra, per la luce delle nostre case.

Dite, da dove vengono gli scarti delle pelli, i liquami conditi di metalli pesanti?

Dite, per cosa vengono? Per una giacca alla moda, per una borsa sbrilluccicante.

Dite, se questo è modo, distruggere il pianeta per una borsa.

Giuseppe Scandone 10/03/2017

Bibliografia

www.corriere.it-cronache-17 febbraio 2017: mafia, il pentito del clan dei Casalesi: «Abbiamo interrato 9mila quintali di rifiuti»

www.ilfattoquotidiano.it-23 Maggio 2016: Camorra e rifiuti, il boss Nunzio Perrella torna a collaborare con i pm: “Quelli che ho denunciato sono ancora attivi”

Ecomafia Globale, radiografia dei traffici illeciti di rifiuti:i numeri, le rotte, i Paesi coinvolti e leproposte. Legambiente e Polieco, 2011

Author: Giuseppe Scandone

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